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La dedica autografa di Sandro Pertini

ultima modifica 05/04/2024 09:43

Quando la storia lascia un segno

"Agli allievi della Facoltà di Scienze Politiche di Padova, esortandoli a difendere sempre la libertà, la cui riconquista tanto è costata al popolo italiano. Affettuosamente, Sandro Pertini. Roma, novembre 1972"

La biblioteca conserva un’importante testimonianza del Novecento: un libro 

Faggi, Vico, Giuseppe Saragat. Sandro Pertini: sei condanne, due evasioni. Milano: Mondadori, 1970.

con dedica autografa “Agli allievi della Facoltà di Scienze Politiche di Padova” di Sandro Pertini, che fu il settimo presidente della Repubblica Italiana, eletto l'8 luglio 1978, primo socialista e unico esponente del PSI a ricoprire la carica. 

Sandro Pertini ebbe una vita lunga e tormentata: partecipò alla prima guerra mondiale, durante la quale si distinse per diversi meriti sul campo. Nel primo dopoguerra si iscrisse al Partito Socialista unitario; fu tenace ed energico oppositore del Fascismo e perciò perseguitato dal regime e più volte incarcerato.

Nell'agosto 1943, dopo essere  entrato a far parte del primo esecutivo del Partito socialista, fu catturato dalle SS e condannato a morte. Grazie ad un’azione partigiana riuscì ad evadere e a raggiungere Milano, dove assunse la carica di segretario del Partito Socialista nei territori occupati e dove divenne uno dei protagonisti della Resistenza e delle sue strutture di comando

Nell'aprile 1945 partecipò agli eventi che portarono alla liberazione dal nazifascismo, organizzando l'insurrezione di Milano e votando il decreto che condannò a morte Mussolini e altri gerarchi fascisti.

Fu eletto Segretario del Partito Socialista Italiano di unità proletaria nel 1945; il 2 giugno 1946 fu eletto all'Assemblea Costituente. 

La sua parabola politica attraversò le fasi della rinascita postbellica: senatore di diritto nella I legislatura, nella II fu eletto alla Camera dei Deputati e venne riconfermato senza interruzioni fino al 1978.

Infine, fu eletto presidente della Repubblica Italiana l'8 luglio 1978, con l'82,3% dei voti, la percentuale più alta tra tutte le elezioni presidenziali della storia repubblicana. 

Il suo mandato presidenziale fu caratterizzato da una forte impronta personale che gli valse una notevole popolarità, tanto da essere ricordato come il presidente più amato dagli italiani o il presidente degli italiani.

<<L’autorevolezza con cui seppe interpretare il ruolo di presidente, insieme al prestigio che lo circondava come intransigente alfiere dell’antifascismo, contribuirono in misura determinante a stabilizzare le sorti della democrazia italiana in uno dei suoi momenti più travagliati. [...]  

Durante il settennato emersero con forza la fermezza e lo spessore umano del suo carattere; Pertini riuscì a riaccendere la fiducia degli italiani nelle istituzioni pur misurandosi con una crisi di sistema che si rivelerà irreversibile. [...] 

Grande comunicatore, mise in evidenza, anche in occasioni ufficiali, una straordinaria schiettezza e, la tempo stesso, un respiro consapevole e misurato, che conferivano alle sue parole il carattere di un messaggio non episodico o incidentale. Nessun capo di Stato o uomo politico italiano ha conosciuto all’estero una popolarità paragonabile a quella di Pertini.>>

Morì a Roma, all’età di novantatré anni,  il 24 febbraio 1990.

U. Gentiloni Silveri, Pertini Alessandro (Sandro), in Dizionario biografico degli italiani, vol. 82, Roma: Istituto della Enciclopedia italiana, 2015, pp. 526-532

La dedica autografa

Autografo Sandro Pertini 1



Autografo Sandro Pertini 2